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al testo proposto da Elisabetta Cassone
Novembre
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Novembre.
È una viandanza continua Quella delle foglie Che rapite dai mulinelli Si smarriscono Divelte dai rami Per migrare chissà dove In un interregno gelido Dove abdicano Le calde carezze del sole E l'inverno infilza I gelidi aculei Straziando l'inerme natura
È un sentirsi come quelle foglie Dalle vite inabissate In balìa dell'ignota folata Annidate nel sonno di un terreno spoglio E in attesa di un nuovo vissuto Di un nuovo abito fulgente, Di un tepido risveglio Di cieli più magnanimi Di lune che inargentino premurosamente Di sogni lustrati e nitidi.